Aiuto, i fantasmi!
I fantasmi fanno paura in maniera irrazionale, ma a molti italiani fanno più paura le tasse e le relative sanzioni. Per aggirare il problema alcuni furbetti evitano di dichiarare alcuni beni. Oggi siamo circondati da immobili fantasma.
E per coloro che possiedono un impianto che beneficia di contributi, come la prendereste se dopo molti anni il GSE vi richiedesse indietro i soldi degli incentivi perché l'edificio su cui è istallato il vostro impianto non ha tutte le carte in regola?
Il 16 giugno è trascorso da poco e tutti costatiamo quanto le nostre tasche si siano alleggerite.
Ma cosa si può fare per ridurre le tasse sugli immobili?
La cosa più ovvia: pagarle tutti per pagare di meno!
Oggi si calcola che ci sono circa 12 milioni di immobili "fantasma" cioè sconosciuti all'Agenzia delle Entrate.
Non me ne voglia nessuno, ma non sarebbe meglio far pagare a tutti l'imposta sugli immobili per poter pagare tutti un po' di meno? Parliamo di oltre 4 miliardi di euro (pari a circa il 20% del totale).
Chi non vorrebbe pagare il 20% in meno di TASI e IMU?
Oggi la possibilità di "stanare" gli evasori si fa sempre più concreta perché l'Agenzia del Territorio è stata fusa con l'Agenzia delle Entrate.
Quanto pensate che "costi" ad un computer incrociare le informazioni contenute nelle due banche dati (Territorio e Entrate)? Nonostante siano milioni gli immobili in questione, per un processore bello potente, in pratica, nulla!
E poi c'è chi si trova inconsapevolmente "sotto scacco". Quanti di noi (mi ci metto anch'io) hanno apportato modifiche al proprio fabbricato che avrebbero comportato un aggiornamento catastale?
Parliamo di verande, tettoie, piccoli vani aggettanti, pensiline e quant'altro?
Anche gli impianti fotovoltaici, in alcuni casi, sono dei "fantasmi"!
Perché se particolarmente "potenti" (rispetto alla rendita dell'immobile) sono equiparati a degli opifici.
Oggi è una eventualità remota ma tra qualche anno l'Agenzia delle Entrate (così come sta facendo con gli immobili e le loro pertinenze - grazie all'Agenzia del Territorio) potrebbe incrociare i dati in possesso del GSE (tutti rigorosamente in formato elettronico e quindi, maneggiabili da un computer) e scoprire quali impianti fotovoltaici avrebbero dovuto essere accatastati.
Sgradevolissima sorpresa sarebbe scoprire tra qualche anno che il GSE, su segnalazione dell'Agenzia delle Entrate alias Ag. del Territorio, ci chiede indietro le somme percepite per anni grazie alle tariffe incentivanti perché la tettoia sulla quale era montato l'impianto o l'impianto stesso, non era regolarmente accatastato.
Allora si che i fantasmi fanno paura!
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